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RICERCA AVANZATA

 

Il te dei matti
05 giugno 2016
Ricapitolando: libri, tazze, teiere, spartiti, cavalletto, colori, cilindro.. Sì, c'è tutto! Siamo pronti per l'appuntamento di domani al Castello di Monforte (Campobasso), protagonista "Il tè dei mat [...]

Illustratrice
Lev

"“Spero, vorrei tanto che questa catena di amore passi di mano in mano, di generazione in generazione senza fermarsi mai. Perché vivere è bellissimo e sape [...] [...]"
 

 

 
Intervista a Cristina Bellemo
Autrice
Due ali

“Ciascuno è alla ricerca delle proprie ali, talvolta anche inconsapevolmente, delle proprie occasioni di slancio, e di volo”: con Cristina Bellemo abbiamo parlato del suo meraviglioso Due ali, una delle ultime uscite Topipittori, e poi di stravaganza, leggerezza, tesori e storie che si compiono solo quando arrivano tra le mani dei lettori. La parola a Cristina! :-)

COME È NATA LA STORIA DEL SIGNOR GUGLIELMO?
Solitamente ricordo con esattezza l’occasione in cui una storia è nata, i dettagli del luogo, i colori, i suoni, perfino il tempo atmosferico, gli odori, e le sensazioni vissute. Non così per Due ali: ho memoria della suggestione di un verso di Wisława Szymborska, dalla poesia Nulla è in regalo, che dice “Su alcuni grava l’obbligo/di pagare le ali.” Sono sicura che ha contribuito a far accendere la scintilla. Sul successivo lavoro di scrittura, però, c’è la nebbia… Ed è strano, perché, tra le mie storie, Due ali è certamente una di quelle che amo di più, e che più somigliano alla persona che sono ora. Certamente non l’ho scritta tutta d’un fiato, in un’unica volta, ma in più riprese (e dunque con diversi stati d’animo).

ABBIAMO LETTO UNA RECENSIONE IN CUI IL PERSONAGGIO DI GUGLIELMO ERA ACCOSTATO A QUELLO DELLA PROTAGONISTA DE IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE: UN MISTO IRRESISTIBILE DI AMABILITÀ, RISERVATEZZA, STRAVAGANZA E LEGGEREZZA D'ANIMO... CHE NE PENSI? COSA NE PENSEREBBE GUGLIELMO?
Che bello quel film! L’ho visto non molto tempo fa, e sono rimasta conquistata dalla purezza cristallina di Amélie (è quella che appare, senza artifici), da quel suo viso meraviglioso che possiede un’espressività così magnetica. Credo che lei e il signor Guglielmo potrebbero avere tante cose da raccontarsi: amabili, senza dubbio, ma spesso poco amati, e poco compresi; riservati, ma desiderosi di incontri autentici, di parole condivise, di sguardi attenti in grado di vedere; leggeri d’animo (mi viene in mente la leggerezza di Calvino), ma capaci di sentire su di sé tutto il valore e il peso di ciò che accade loro intorno. Stravaganti: ecco, credo che, spesso, la bellezza che si esprime in forme personali, non omologate, generative di scarti dalla norma, di nuovi punti di vista, ci chiami a metterci in gioco e, dunque, ci faccia anche un po’ di paura. Perciò ci è più comodo etichettarla come stramberia, stranezza rispetto a cui porre una distanza, che però ci protegge e ci allontana dalla possibilità. Stravagante, etimologicamente: che va fuori vagando, a scoprire strade inesplorate. La cifra della nostra umanità.

CI SIAMO TUFFATI NELLA STORIA E CI ABBIAMO TROVATO UN INNO ALLA CAPACITÀ DI GUARDARE IN ALTO, DI VOLARE CON IL PENSIERO E LA FANTASIA, L'IMPORTANZA DI PRENDERSI CURA DELLE COSE CHE AMIAMO, MA ANCHE UN RACCONTO DI RARA DOLCEZZA E POESIA CHE PARLA DI MORTE: CRISTINA COSA VOLEVA RACCONTARE?
Nel mio sentire, è una storia che dice di come ciascuno è alla ricerca delle proprie ali, talvolta anche inconsapevolmente, delle proprie occasioni di slancio, e di volo. Dell’espressione e della realizzazione di sé, della sperimentazione di ciò che può renderci felici. Talvolta le ali sono proprio a portata di mano, e non vogliamo rendercene conto. Sono anche il frutto prezioso del nostro bagaglio di esperienze, dei tesori che abbiamo conservato, dei legami che abbiamo custodito. Ero talmente concentrata su questi aspetti della storia che non mi ha sfiorato l’idea che potesse parlare della morte. Me l’hanno detto tanti bambini e adulti che hanno letto e ascoltato il racconto. Confermandomi, ancora una volta, nella convinzione che una storia è veramente compiuta solo quando arriva tra le mani dei lettori. E diventa tante storie diverse. Si conclude quando si apre, e si moltiplica.

COME È ANDATA LA COLLABORAZIONE CON LA BRAVISSIMA MARIACHIARA DI GIORGIO?
Prima di tutto devo, ancora una volta, al quarto albo pubblicato con i Topipittori, riconoscere la sapienza e l’intuizione di Giovanna Zoboli nell’accostare le parole al segno. Nel mio caso, ha proposto sempre abbinamenti straordinari e sorprendenti. Le illustrazioni di Mariachiara, che ho conosciuto di persona solo a libro pubblicato, chiedono la contemplazione, come mi ha detto qualcuno. Sono così intense che io mi sono sentita chiamata dentro, come se potessi avvertire i profumi, i rumori, il parlottare, la brezza, il tepore del sole sulla pelle. Sono luoghi da abitare, in cui stare, e sostare. E sanno parlare con tale forza la lingua autentica dei signori Guglielmo, che magicamente arrivano, dirette e ugualmente potenti, ai lettori meno esperti e agli addetti ai lavori.

COME TI IMMAGINI LA LETTURA DEL LIBRO IN FAMIGLIA? COSA PENSI COLPISCA DI PIÙ I PICCOLI LETTORI?
Sono sempre molto felice quando mi raccontano che, davanti ai miei libri, si mette tutta la famiglia insieme, persone piccole e persone adulte. Me li immagino curiosi intorno alle pagine, col libro aperto sopra le gambe incrociate. Credo che ci siano, in particolare, due cose che possono colpire i bambini ma anche i ragazzi, e gli adulti, e condurli a identificarsi: la scatola del tesoro (chi non ne ha avuta una!) che conserva le piccole carabattole il cui pregio splende magari solo per noi, e mantiene viva e luminosa la traccia della nostra storia. E il sogno del volo, dove però le ali non ci sono state regalate, comprate, arrivate per caso. Hanno proprio le radici nel giardino della nostra vita. Nascono lì, precisamente.

http://www.lalibreriadeibambini.it/libro/584/due-ali